Simone Vighi sta di fronte a una sfida entusiasmante: aumentare la produzione minimizzando l’impatto sull’ambiente. “Nel dicembre scorso abbiamo celebrato il quarantesimo anniversario della nostra ditta,” inizia con vigore Simone Vighi, che ha preso le redini della “Vighi Luigi e Mauro”, un’azienda agricola specializzata nella produzione di latte per il Parmigiano Reggiano. Con una laurea in Chimica Industriale, Simone ha preso questa decisione durante i suoi studi, nonostante fosse orientato verso un differente percorso professionale. “Sono contento della mia scelta,” dice, “sarebbe stato un errore non dedicarmi all’azienda. Anche mia cugina Marta, di 22 anni e studentessa universitaria in Scienze Zootecniche, lavora nell’azienda di famiglia. Io mi occupo dell’alimentazione e del piano alimentare generale per la stalla, mentre Marta si prende cura della vitellinaia e degli aspetti veterinari. Chissà, forse un giorno entreranno anche loro.” Un team solido – formato da Luigi Mendogni, Bhupinder Singh, Marta Vighi, Mauro Vighi; e con Simone Vighi e Irene Vighi seduti – gestisce l’allevamento a Polesine Zibello, che conta 220 bovini di razza frisona e bruna, destinati alla mungitura. Qual è la routine quotidiana? “Ogni mattina, la sveglia alle 6.30. È un orario abbastanza mite, visto che mio padre e mio zio si occupano delle prime operazioni. Le attività, tra la cura degli animali e la pulizia, proseguono fino a sera. Poi c’è sempre qualcosa da aggiustare o da riparare. La dieta delle nostre bovine si basa sui foraggi, con l’aggiunta di mais, soia e lino, tutti ingredienti che rispettano il disciplinare del Parmigiano Reggiano, dato che siamo produttori associati al caseificio Parma 2064. D’estate mi dedico anche ai campi, seguendo i cicli stagionali. Questo è il bello: anche se le attività si ripetono, il lavoro cambia sempre ed è stimolante, proprio come la natura.” Per Vighi, crescere all’aria aperta è stato normale sin da bambino: “È nel mio sangue.” Da appassionato di calcio, durante gli anni universitari è passato al livello amatoriale. Con una passione per il cinema, Simone è un amante del genere fantascientifico, sia nella letteratura che nel giornalismo. Il suo film preferito degli ultimi dieci anni? “Inception: The Cobol Job” di Christopher Nolan. Dalle profondità del subconscio cinematografico alle questioni attuali nell’agricoltura, lo sguardo di Vighi è rivolto verso il futuro. “Le sfide odierne,” riflette, “sono significative. È essenziale innovarsi, producendo di più ma con meno impatto ambientale. Poi c’è l’intero ambito dell’energia, che tocca l’economia circolare delle aziende agricole, specialmente degli allevamenti. La tecnologia ci permette di utilizzare i rifiuti zootecnici per generare energia elettrica e calore, e il digestato per fertilizzare i campi, mentre i tetti degli edifici possono ospitare pannelli solari. Confrontandomi con amici e colleghi su temi comuni della nostra professione, noi giovani agricoltori ci ritroviamo al centro di un cambiamento epocale ed entusiasmante: l’obiettivo è essere competitivi sul mercato, seguendo i principi della sostenibilità.”